Diamanti

Ad oriente

di flebili sussurri,

poli opposti

si dedicarono

eterni

frammenti di vita.

Tinta

Giorni di farina e sole,

sulle mani ricordi

di efficaci cure ed ombre.

Sedute sul palmo

di buone intenzioni,

le tue dita accoglievano

simboliche ossessioni.

Argento sottile sul tuo pollice,

delicato vezzo maschile.

Orfani di vento e baci,

pini ornano strade di città.

Si lascia dimenticare

il gesto più antico,

stretta atea di uomini divini.

Passione e vita.

Antidoto al caduco veleno.

Nero

giù

tinge

acqua

e

anima.

Stanze

Mattino nero,

arresi i corpi

su lino

e svampite,

candide,

volontà.

Amore nascosto

tra pietre lavate da

inconcepibili,

deboli,

lacrime.

Unico,

inevitabile,

silenzio.

Il filo eterno

di carezze robuste

e placide ore di felicità.

Richiami

Un nome solo.

Blu la riga,

eterna.

Sul finire del giorno

la bocca decisa

chiamò.

Appesi

Passo doppio

e indicibili ricordi.

Dita tinte di rosso,

amarena e pallida infanzia.

Dietro il vetro,

guance bollenti

e cuore vivo.

Costante ascesa

di intrepida realtà.

Soffio

Soffice,

un errore antico

sulle labbra.

Il risveglio brucia

il sole

steso su ardesia blu.

Attimo

di vita trasparente.

Piedi scalzi

e inconsce paure

corrono

su strade bagnate

di versi invisibili.

Immobile anima,

respira

tiepida salvezza.

Vendemmia

La fatica nelle mani,

aggrappati alle dita,

attimi di oro e zucchero.

Il sole si specchia

nella terra avida.

Marrone e rosso.

Tepore di sfacciato autunno.

Il cuore, nudo resto,

riflesso nella realtà.

Rossi

In equilibrio instabile,

gli occhi guardano giù,

rischio brucia sulla pelle.

Le mani afferrano,

tiepide,

insonni promesse.

Arsa la bocca,

immagina

antica,

insana,

passione.

Unico, bollente, corpo.

Sangue scorre lieve.

Giù.

In strada.

Un grido scolorito.

Potente la libertà.

Rosso sangue fin su, nel cielo!

No-no

Parole.

Non hanno bisogno di realtà.

Loro sono la realtà.

Corredo

Un massacro,
avide le bocche
restano mute.
Gli occhi bruciano.
Cenere la volontà,
ammanta il corpo
di nero stupore.
È notte di nuovo,
una stella,
impavida,
si specchia su
gelide lenzuola.