Maisonette

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C’è uno spazio che sogno da un tempo così lungo che ormai non lo distinguo più dalla realtà. Una finestra sui tetti di ardesia, in cima a ripide scale di legno dipinto di blu. Un letto pieno di cuscini di velluto: rosa, magenta, blu pavone. Il pavimento, un po’ consumato, coperto da un tappeto di lana ecrù. Le pareti spoglie. Un solo quadro ad olio: un mazzo di dalie rosa, su un vasetto di vetro.

Non ho così tanti soldi per poter comprare quella minuscola casa ma il mio cuore abita lì da sempre.

Non è il presente, non sarà il futuro. È solo un abbraccio invisibile. Non è la pioggia. Non è il sole. Tutto quello che conta è il mio desiderio. Una casa dove tornare senza bisogno di chiavi, contratti, utenze domestiche.

Il mio tempo è lì, per sempre.

Scia

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Come l’aria che diventa tempesta

e scomoda l’acqua, scardina tepore,

scioglie fraterni legami,

tu mi manchi.

Non ho più voglia di parlare,

ogni momento sento il mio cuore soffrire.

Ho creduto in un miracolo,

agnostica figurina nella quotidianità,

mi sono smarrita

tra le ore del mio giorno migliore.

Intima intuizione

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Arde la mia lingua, glossario antico

perso tra le pagine di una storia mai nata.

Sto morendo come una foglia immersa

nell’arancione di un vetusto novembre.

Immane lo sforzo

di far battere il cuore stonato.

Il mio nome si sfuma nel tuo.

È una tela senza firma,

appesa su un muro vuoto.

La bellezza di un ricordo,

colora l’intera stanza.

Edera su oro

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Potrei morire prigioniera di un’idea,

nello spazio mangiato dalla luce,

cerco l’acqua per salvare

l’ultimo millimetro di un ricordo.

Tra le dita il nero ribelle

di una carezza non ancora data.

Afferro il presente.

Sotto di me scorre un fiume domestico,

l’acqua porta via scorie

e libera il tempo futuro.

Pulito nel mondo

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Tutto è gentilezza.
Si trasforma il tocco della neve
sul tetto ancora un po’ nero.
Il braccio che accompagna l’ago
nelle vene blu.
Il sorriso che non si nasconde
e rimane aggrappato al cuore,
fino a quando non ha più forma.
Una mail nel cuore della notte.
Il luccichio di una goccia di pioggia,
sulla corolla arancione
di un fiore ferito.
Tutto ha un senso
e trova la forza di risplendere
nell’eco della vita
che, semplicemente, esiste.

Etimologico

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Errore nella parola fine,

una predisposizione che mi porta

nei meandri di un dolore

che non so contenere nella mia forma imperfetta.

Un sonno pesante che non ristora

partorisce sogni luccicanti,

oniriche visioni che traducono

il significato di fine in inizio.

Il computo di ogni sillaba

è la chiave che interpreta la realtà.

Start

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Come si raccoglie l’ultimo pezzetto

di un dolore che è rimasto incagliato

nella cassa toracica di un corpo esile?

Le mani affondano nelle lacrime,

scendono dove le idee

non raggiungono il buio

e disegnano la misura della mia forza.

È una danza a piedi nudi,

il colore invisibile della libertà.